Presentazioni aziendali soporifere
Io (personalmente) non mi occupo in maniera professionale di comunicazione. Però devo predisporre presentazioni aziendali e corsi di formazione, e di conseguenza ho studiato un po’ e mi sono confrontato con qualche esperto in materia.
Per aiutarti a fare delle presentazioni pubbliche più snelle ed accattivanti, elenco di seguito alcuni degli errori più comuni di comunicazione che me le rendono noiose o indigeste quando faccio da spettatore:
LA LINGUA MISTA
Anche nelle mie presentazioni metto qualche termine in inglese; vi è però una differenza sostanziale tra qualche e molti. Una presentazione che contiene un inglesismo ogni 3 vocaboli è di difficile comprensione e distoglie l’attenzione, il cervello fatica ad ottenere un’immagine di insieme dovendo leggere in due lingue contemporaneamente. Spesso poi questo viene interpretato come un esercizio di stile, o un manierismo che nasconde una scarsità di contenuti; se esiste un vocabolo italiano adeguato usa quello!
DISOMOGENEITÀ LINGUISTICA
Già mi disturba avere nella stessa slide termini inglesi ed italiani, ancora di più quando ne vengono alternate alcune totalmente in inglese ed altre (quasi) totalmente in italiano. Capisco che fare copia-incolla di quanto trovato in rete velocizzi il lavoro, ma il risultato è proprio quello di rendere evidente questa attività. Meglio perdere qualche mezz’ora per tradurre e produrre un lavoro proprio. Inoltre, se mi proponi quasi tutte le slide in inglese e parli in italiano faccio altrettanta fatica a seguirti, perché o leggo (e traduco) o ascolto; allora meglio fare tutto in inglese, anche la presentazione orale.
DISOMOGENEITÀ GRAFICA
Quando fai copia-incolla di qualcosa trovato in rete (vedi sopra), devi avere cura di inserirlo nel medesimo schema grafico delle slide che hai creato interamente tu. Avere alcune slide con colori e grafica aziendale (o tematica) alternate ad altre completamente differenti, conferisce al tutto un’immagine di approssimazione; dai l’idea di avere fatto tutto in fretta e senza curarti dell’effetto che hanno sul tuo pubblico. In sostanza danno idea di scarsa professionalità (e mi è capitato di vederne alcune presentate anche da società che si propongono come digital marketer)
IMMAGINI VISTE E RIVISTE
Non se ne può più delle soliti immagini stereotipate, con mani congiunte sopra una scrivania o dita che creano grafici nell’aria; se proprio vuoi mani giunte perché non provare a catturare l’attenzione mettendo quelle guantate dei Tre Moschettieri? (in fondo era loro il motto “uno per tutti, tutti per uno”). E poi basta anche con immagini di coppie a passeggio a New York con l’immancabile bicchiere di Starbucks; è vero che è sbarcato anche a Milano, ma anziché scaricare immagini da stock statunitensi (si vede benissimo che i soggetti sono tali, sappilo) spendi qualche euro per acquistare foto ambientate in Italia, e magari da fotografi italiani. Questo sarebbe veramente “disruptive” (termine che si può benissimo sostituire con dirompente, innovatore, perturbatore ecc. …vedi quanto è ricca la nostra lingua?)
TESTO, TESTO, TESTO E ANCORA TESTO
La slide deve accompagnare il parlato, se mi metti l’intera Divina Commedia in una diapositiva non ti seguo più. A parte la fatica di leggere caratteri piccoli ed un testo condensato, la mia attenzione è rivolta interamente alla lettura e non ti ascolto; oppure, al contrario, ascolto te e non leggo. In entrambi i casi hai fatto metà del tuo lavoro per nulla. La diapositiva deve aiutare a focalizzare, ed anche quando contiene un grafico i dati devono essere ridotti all’essenziale; se vuoi presentare uno studio accurato, meglio distribuirlo stampato ai partecipanti ed usare la proiezione solo come riepilogo. Vado spesso a convegni di presentazione di ricerche del MiP e fanno proprio così, spiegano i risultati con l’ausilio delle slide sintetiche e poi consegnano un libretto con tutti i dati specifici.
SIAMO BRAVI, SIAMO BELLI
Anche io sono orgoglioso della mia società, e del lavoro che svolgiamo. Ma solitamente questo non interessa ai più, quindi la presentazione deve essere il più scarna possibile. L’auto celebrazione annoia, e non è il motivo per cui sono intervenuti i partecipanti; hai un sito web e un blog aziendale, ne trovano tutti i dati sul materiale che hai distribuito, se sono interessati andranno a leggere con calma quanto la tua azienda fa e propone. Interessali e catturali con contenuti di valore e verrano loro a cercarti.
Questo punto vale doppio, poiché ti invito anche rivedere il numero delle slide totali che hai predisposto; dopo aver tolto tutte quelle di auto promozione dimezza le restanti!
IMPOSTAZIONE VOCALE
Tra far addormentare gli astanti e trasformare la presentazione in uno spettacolo di cabaret, esiste una giusta via di mezzo. Se devi (o dovrai) fare spesso presentazioni pubbliche, l’ideale è frequentare degli appositi corsi di “public speaking“; in ogni caso tieni presente che un tono monocorde, un atteggiamento ingessato ed una presentazione incolore sono soporiferi. E se non mi addormento tendo a distrarmi con lo smartphone. Variazioni di tonalità e cambiamenti di ritmo aiutano a focalizzare l’attenzione, così come qualche battuta spiritosa o il racconto di un fatto reale (lo chiamano “storytelling”). E mi ripeto: in medio stat virtus.
Ora riguarda la presentazione che hai predisposto, e di cui ti sei tanto innamorato, e vedi quante delle cose che ti ho detto hai inserito nelle tue slide.
Il tono semiserio che ho utilizzato mi è servito proprio ad allontanarmi da un intento didattico che non rientra nelle mie specifiche competenze, diciamo che ti ho parlato più da fruitore partecipante che da “esperto” quale non sono.
Blog article by Maurizio Passerini CC BY-NC-SA 4.0
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